disturbi di personalità

Io complotto, tu complotti, egli complotta…

Torri Gemelle 9/11

La cura per il cancro è già stata scoperta, ma le case farmaceutiche la tengono nascosta per guadagnare. L’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre è stato, in realtà, orchestrato dallo stesso governo americano. Non siamo mai sbarcati sulla Luna, è stato tutto girato in un set cinematografico. L’Area 51 nasconde segreti sugli alieni.

 

Sono gli esempi classici di teorie del complotto: eventi socialmente rilevanti possono essere distorti da alcune persone, portando allo sviluppo di credenze alternative. Queste hanno lo scopo di tentare di spiegare la causa di un evento in termini di macchinazione da parte di persone che governano il mondo intero “dietro le quinte”, all’oscuro di tutti.

Sono largamente sfruttate da giornali, trasmissioni televisive, registi, reporters, bloggers. Ci sono varie teorie sugli argomenti più disparati: politica, azioni militari, per non parlare della scienza e della medicina.

 

Mi sono sempre chiesto come mai ce ne siano così tante e perché diverse persone le sostengano, nonostante l’assoluta mancanza di prove. Le teorie del complotto hanno un notevole potere di influenzare le masse e negli ultimi anni la popolarità di queste teorie è aumentata notevolmente, grazie soprattutto alla facilità con la quale queste teorie si diffondono attraverso internet. Purtroppo queste speculazioni possono creare notevoli danni, soprattutto in medicina: credere ai “complotti medici” può portare a conseguenze tragiche, fatali.

 

Sembra che i ricercatori di psichiatria e psicologia possano spiegarci qualcosa di molto interessante…

 

 

Predisposizione alla cospirazione

Un recente studio (Douglas, Sutton, 2011) ha dimostrato come l’accettazione delle teorie del complotto dipenda dalla inclinazione alla cospirazione da parte della stessa persona. Normalmente in seguito ad un evento di elevata risonanza pubblica, la maggior parte delle persone giungerebbe ad una conclusione in termini coerenti con le prove che sono presenti. Il fatto che per questi eventi straordinari non ci sia un accesso illimitato alle informazioni “ufficiali” impedisce di accertare le spiegazioni corrette. Da questa “zona oscura” partono le teorie complottistiche, che vengono accettate da quegli individui che fanno uso della cosiddetta proiezione. Questa è definita come il processo mediante il quale i pensieri, i sentimenti e le motivazioni proprie dell’individuo sono attribuiti ad altri. Secondo Freud, padre della psicanalisi e primo a parlare di proiezione, questa tendenza sarebbe un mezzo inconsapevole e automatico per dare un senso al contesto sociale e per dare coerenza ad informazioni esterne contradditorie.

Le persone che credono ai complotti, di fronte a tali teorie, sarebbero portate a utilizzare la proiezione come strumento per capire cosa gli altri potrebbero aver fatto. Ad esempio: l’ipotesi che la vera cura contro il cancro sia tenuta nascosta, sarebbe ben accetta se l’individuo pensasse “sì, se fossi in quella situazione lo farei anch’io”, il che equivale a dire: “sicuramente l’hanno fanno, ce la stanno tenendo nascosta”. Dunque, credere ai complotti, non avrebbe il fine di scoprire la vera verità, ma dimostra che la persona, in quella situazione, farebbe lo stesso.

 

Chi crede al complotto è per sua natura sospettoso

Un altro studio ha valutato la relazione tra la propensione a credere a queste teorie e la personalità del soggetto. Ne è emerso che chi crede alle teorie del complotto ha una maggiore propensione a saltare a conclusioni affrettate con prove limitate ed è per sua natura sospettoso. Sembra che questo modo di pensare rappresenti un tentativo per avere un maggior controllo sull’imprevedibilità del mondo esterno.

 

Lo scetticismo selettivo

I sostenitori della cospirazione sono molto dubbiosi riguardo alle informazioni “ufficiali”: non ci credono, le criticano, le deridono; mentre non oppongono alcun tipo di critica a tutte le informazioni coincidenti con il loro punto di vista. Queste persone credono di ragionare in maniera equa, in realtà selezionano, involontariamente, le informazioni che alimentano lo scetticismo.

 

La convinzione di diffondere la verità

La cosa interessante è che i complottisti partono dalla convinzione ottimistica che è possibile trovare la vera verità e diffonderla a tutti, favorendo un grande e importante cambiamento sociale. Queste persone invitano a “aprire gli occhi”, criticando le informazioni ufficiali e diffidando anche degli esperti “ufficiali”.

 

Questa recente ricerca segna un passo in avanti rispetto a tutte le precedenti, che vedevano la credenza nelle teorie del complotto come un’insicurezza individuale, come la sfiducia nei confronti del prossimo, oppure come un vero e proprio disturbo psichiatrico.

 

Disturbi di personalità

Forse quest’articolo suscita in voi perplessità e interrogativi. La prima reazione che potreste avere è: “queste ricerche sono inutili”. La realtà è che non solo sono utili, ma sono effettivamente immerse nella nostra realtà e nella psichiatria. La predisposizione al complotto può diventare un vero e proprio disturbo psichiatrico. Alcune persone possono sentirsi oggetto di complotto sul luogo di lavoro, in famiglia, con gli amici. Le relazioni interpersonali possono essere anche gravemente compromesse. Il “complotto” può essere il vero metro di giudizio che una persona può adottare per “guardare le cose”. Tutto questo può far parte di un disturbo di personalità, detto “Disturbo paranoide di personalità”. Nei disturbi di personalità la persona non si accorge di “pensare in maniera sbagliata”, crede che il suo modo di pensare e comportarsi sia normale. Tuttavia le persone accanto soffrono.

La tendenza a credere al complotto o l’avere un pensiero magico è un importante paradigma che i medici psichiatri e gli psicologi potrebbero ricercare per comprendere la personalità del soggetto.

 

Perché ne parlo?

Un’altra domanda che potrebbe suscitarvi il mio articolo: “uhm, sì, interessante, ma perché ne parla in un blog di medicina?”. Una prima risposta ve l’ho appena data: credere ai complotti potrebbe essere un segnale di un disturbo psichiatrico.

In realtà ho voluto scriverne un post non solo, e non tanto, per approfondire un disturbo psichiatrico, quanto per mettervi in guardia. Da cosa? Dai complotti su svariati temi medici: la cura segreta del cancro, le trame delle multinazionali farmaceutiche, la truffa dell’AIDS, il cancro (di nuovo?!) non è una malattia genetica, il cancro (ancora???) si può curare con il bicarbonato, i vaccini causano l’autismo, ecc.

Il mio mettervi in guardia potrebbe equivalere a dire “non credeteci”, ma soprattutto corrisponde a un invito ad informarvi in maniera adeguata. In che modo? Verificando l’autore prima di tutto (É un medico, un professionista della Sanità?), l’obiettivo dell’articolo (spinge il lettore a ribellarsi alle fonti “ufficiali”?), le fonti di informazione (riviste scientifiche? Siti autorevoli?), le prove che porta a favore della sua tesi (sono solo congetture, opinioni, oppure c’è qualche dato certo?). Molte, troppe volte è difficile leggere un articolo con criticità. Per questo il mio consiglio è quello di far fede alla medicina ufficiale, affidandosi al proprio medico e agli specialisti della Sanità.

 

Enrico Scarpis

 

 

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photo credit immagine torri gemelle.